...perché i vignaioli che rispettano la natura fanno dei vini migliori
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L’APPROCCIO DELLA FITOTERAPIA
L’uso delle piante officinali trae origine da rimedi che l’uomo, sin dalla sua comparsa sul pianeta, casualmente o attraverso l’osservazione dei fenomeni naturali, provava su se stesso fino ad ottenere gli effetti curativi desiderati. Questo avveniva senza che ci fosse la minima conoscenza sia dei principi attivi che dei meccanismi di azione fisiologica che ora, grazie alla chimica e alla farmacologia, siamo in grado di individuare, classificare e testare clinicamente. Tornando all’epoca primordiale, era evidente che tutto scaturiva da un ambiente circoscritto da cui l’uomo dipendeva direttamente e senza alcuna possibilità di grossi spostamenti. Tutte le attività umane si svolgevano nell’ambiente nativo e comunque non molto lontano da esso visto che da solo pochi secoli è stato possibile viaggiare per il globo o importare prodotti esotici o di altri climi.
La regola parte quindi da una specie di rapporto uomo-pianta secondo il quale si dovrebbe preferire, in una fitoterapia moderna, principi attivi di piante dell’ambiente in cui si vive. Ad esempio, secondo questo principio, come tonico-energetico o antidepressivo, un orientale userà Ginseng, un mediterraneo la Santoreggia (che come testato e provato ha una potente azione sul centro ipofisario ed è quindi ottima nei casi di astenia intellettuale). Ecco quindi che la Flora Mediterranea entra a far parte delle loro Linee, costituite da piante più o meno conosciute che, nella maggior parte dei casi, possiedono proprietà equivalenti a piante “estranee” al nostro habitat oggi più largamente usate.
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